Chiesa di San Marco, Milano,
lunedì 24 gennaio 2022
Vi comunico due messaggi di Giacomo B. Contri.
Il primo messaggio sono le sue ultime parole e risalgono alla sera prima della sua morte.
Il secondo fa parte del suo testamento, redatto il 1° dicembre 2011 insieme con la richiesta rivolta a me di leggerlo pubblicamente e di pubblicarlo come suo ultimo Think! sul suo giornale online.
Primo messaggio
Le ultime parole di Giacomo Contri sono state una frase pronunciata ai suoi figli e a me. Con il loro accordo ve la propongo. Era rivolta a noi ma vale per tutti.
Era giovedì sera, eravamo a tavola. Stavamo bene in quel momento, anche lui. Non riusciva a parlare, si assopiva e risvegliava, ci lasciava fare.
Già impossibilitato nel mangiare e bere dal giorno prima e ormai quasi completamente afasico da due giorni, all’improvviso ha aperto gli occhi e teso il braccio verso il bicchiere di spumante del figlio, e lentamente e sostenuto se l’è portato più volte alle labbra. Senza berne. Non poteva più.
Ha fatto capire di volere una sigaretta e Bernardo glie l’ha accesa e portata alla bocca. Tentativi a vuoto. Neanche fumare poteva più.
Ed ecco che con un filo di voce ed evidente sforzo ci ha detto quella frase che ci ha ammutolito e messo in moto:
“Non voglio mentire. Farei mentire pure voi.”
Che cosa c’entrava il mentire in quel momento?
Vana ogni richiesta di sapere di più. Giacomo Contri è sempre stato contrario alle spiegazioni. Inutili.
Anzi, il modo più comune per delegittimare chi parla e togliere rilevanza al suo dire in un battibaleno.
Ha solo ripetuto la sua determinazione scandendo le sillabe con tutta la forza che gli restava:
“Non vi voglio mentire. Mentireste anche voi.”
Ci siamo lasciati poco dopo. Iniziava la notte più difficile.
Ci potremmo chiedere e continuare a chiedere che cosa gli fosse venuto in mente in quel momento ma quella frase vale a prescindere dall’occasione.
La sua ultima frase è un lascito. Compiuto. Consistente e soddisfacente.
Raffaella Colombo