Il sussidiario.net 15 giugno 2016
Al summit per la pace di Parigi (3 giugno 2016), promosso dalla Francia per favorire una ripresa del dialogo tra Israele e Autorità Palestinese, sono convenuti 25 paesi e alcuni organismi internazionali, ma al tavolo dei dialoganti i posti dei diretti interessati sono rimasti vuoti. La storia corre veloce: sono passati centovent’anni dai primi vagiti del sionismo di Theodor Herzl, il Mosè viennese: intellettuale e giornalista principale teorico, assieme Martin Buber, del sionismo moderno, che indicò nuovamente nella Palestina la Terra Promessa. Oggi sono in molti ad aver perso il filo di questa storia e a chiedersi come mai si sia arrivati all’attuale contrapposizione tra i due popoli. [segue]
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