Prendo spunto da un mio atto mancato del Simposio del dicembre scorso per intervenire su ciò che penso stia a fondamento dell’orientamento verso la civiltà dell’appuntamento.
É stato Freud il primo e l’unico pensatore di tutti i tempi ad individuare il pensiero come legge di moto di ciascuno nella patologia, cioè nel comando e nell’obbligo. A partire dall’atto mancato, dal lapsus, dal sogno, Freud ci insegna che il lavoro dello psicoanalista fa sempre costante riferimento alla lingua parlata, dove qualunque cosa può rivelarsi significativa nel dire.
La conseguenza di questa modalità operativa è che la regola psicoanalitica fondamentale consiste nel non abbandonare mai il “dire tutto, senza omettere alcunché, di ciò che viene in mente”. [segue]
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